MARCO CASABONA LA FACCIA FAMOSA DEGLI SPOT

Marco Casabona, noto a tutti con lo pseudonimo di Marchino, è un volto simbolo delle pubblicità nazionali e internazionali, tra cui McDonalds, Haribo, Scavolini, Pittarosso o le telepromozioni all’interno di programmi seguitissimi dal pubblico, come C’è Posta Per Te, Pomeriggio Cinque, Caduta Libera. Dopo essersi avvicinato al teatro, quando aveva 14 anni, nella sua natale Genova, l’uomo si è trasferito appena maggiorenne a Milano, dove ha trovato un agente, che gestiva anche i primi personaggi del Grande Fratello.

Ricordo che l’agente mi disse che la nostra collaborazione non avrebbe avuto

molta luce qualora non fossi ritornato vincente dai vari casting a cui mi mandava.

Sono riuscito così, con forza e determinazione, a passare il primo provino della mia

carriera per una pubblicità; alla mia agente non era mai successa una cosa del genere.

Mi fece i complimenti, sicura che avrei fatto molta strada in quell’ambiente. E non si sbagliava. Se mi guardo indietro, posso dire che negli anni ho confezionato una serie di marchi internazionali, che hanno consentito al mio volto di fare il giro del mondo. Le campagne mondiali come quelle con Valeria Mazza o in Francia con Victoria Silvstedt. In Spagna, sono rappresentato da un agente di attori, in quanto parlo molto bene lo spagnolo, così come il francese”.

Grazie alle sue capacità, che ha acquisito all’Accademia d’Arte Drammatica Paolo Grassi, Marchino sa di piacere ai clienti. Ha infatti le giuste competenze nel mondo della pubblicità. Sa come veicolare in maniera forte e precisa i messaggi che i vari clienti vogliono veicolare quando lanciano i loro prodotti.

“Il cliente vuole una faccia amica, che non dev’essere né  aggressiva, né remissiva. Io, ad esempio, ho una faccia standard, tipica del ragazzo della porta accanto. Per merito del mio carattere, riesco ad entrare in sintonia con i gusti del cliente. So fare ciò che il cliente chiede”.

Attività, quella delle pubblicità, che continua a portare avanti, nonostante l’arrivo del Covid, che ha messo un po’ in crisi il settore.

“Attualmente, continua la mia collaborazione con Mediaset, sempre per dei progetti legati alla telepromozione. Con l’azienda, sono stato volto di un’ultima campagna sociale sull’importanza del gioco dei bambini. Dato il sorgere della pandemia, il lavoro in questo periodo si è sicuramente dimezzato. Quando capitano degli spot in cui c’è bisogno di una coppia, per esempio, si ricercano degli attori conviventi. In questo momento è tutto fermo, troppo preciso e coordinato da regole ferree. Il mondo pubblicitario, che può sembrare semplice, è difficilissimo per il suo tecnicismo”.

In passato, Marchino ha inoltre condotto, su Odeon Tv, il programma di interviste Terminal 1.

“Non potrei fare le D’Urso-interviste, nemmeno se rinascessi 10 volte. Terminal1 aveva lo stile di Marchino. Nel programma, non essendo un giornalista, creavo un contenuto divertente, dove facevo quattro chiacchiere con la scusa di invitare una persona. Era una sorta di late night. Terminal1 consisteva in delle chiacchiere intervallate da alcuni escamotage che utilizzavo per far sì che i miei ospiti parlassero dei loro desideri, progetti. Era puro intrattenimento. Non abbiamo inventato nulla di particolare. Mi piaceva molto il fatto che, nel programma, avessimo costruito un passaporto molto grande, inizialmente chiuso. Aprendolo, al posto della foto, c’era una specie di finestra, dove poi si affacciava il vip di turno. Prima di farlo accomodare nella sua seduta, davo il via ad una sorta di check, col suo nome, cognome, eventuale nome d’arte, nascita, luogo e così via. Infine, mostravamo una breve clip su di lui, incentrata dal punto di vista social. E da lì si chiacchierava per circa mezzora”.